Piancastagnaio. Rassegna stampa sull'incontro del Vescovo Roncari coi lavoratori di Floramiata e Rivart

Amiatanews: Piancastagnaio 09/12/2015 Rassegna stampa sull’incontro che si è svolto domenica 6 dicembre u.s., tra il nuovo Vescovo della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello Sua Eccellenza Giovanni Roncari ed i lavoratori di Floramiata e Rivart. Presenti anche i Sindaci di Piancastagnaio, Abbadia S. Salvatore e Castell’Azzara.

Gli articoli sono di Giuseppe Serafini (La Nazione Siena) e Mariella Baccheschi (Corriere di Siena)


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Giuseppe Serafini Piancastagnaio 06/12/2015

“Sono qui per essere solidale con voi. Non ho la bacchetta magica, ma sono figlio di un operaio licenziato due anni prima della pensione. Quindi, i vostri problemi sono anche i miei.” Padre Giovanni Roncari, nuovo Vescovo di Pitigliano, ieri ha celebrato la festa di Santa Barbara a Piancastagnaio assieme agli operai di Floramiata e come prima visita pastorale alla Diocesi.

Prima dell’incontro c’è stata la visita all’anziano don Zelio, poi la messa in onore di Santa Barbara, alla presenza degli ex minatori dell’Associazione Siele e Argus e dei Vigili del Fuoco di Piancastagnaio e la deposizione della corona al monumento del minatore. In Comune, infine, l’incontro con la delegazione di operai di Floramiata alla presenza dei sindaci Luigi Vagaggini (Piancastagnaio), Fabrizio Tondi (Abbadia S. Salvatore) e Fosco Fortunati (Castell’Azzara).

Il Vescovo ha ribadito la sua vicinanza alle maestranze confidando in una soluzione positiva.


il_corriere_di_siena_testata Mariella Baccheschi Piancastagnaio 06/12/2015 Il vescovo Giovanni Roncari a Piancastagnaio per le celebrazioni di Santa Barbara e per l’incontro con i  lavoratori delle aziende in crisi. Drammatica la situazione occupazionale sull’Amiata Piancastagnaio. “Vi sono vicino come uomo e come figlio di un operaio. Mio padre faceva il fornaio e poi lavorò in fabbrica, ma giunto sulla soglia della pensione fu licenziato. Il pane non mi è mai mancato, ma era brava la mia mamma a fare le fette. Da domenica scorsa, quando ha avuto inizio  il mio ministero pastorale, la vostra situazione è anche la mia”. Sono state queste le prime  parole con cui il nuovo vescovo della diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello (ne fa  parte Piancastagnaio,  unico comune della provincia di Siena), il padre cappuccino  Giovanni Roncari,  si è rivolto a un gruppo di lavoratrici e lavoratori di Floramiata, che ieri mattina lo ha incontrato  nel comune amiatino, dove aveva appena celebrato la messa e benedetto il monumento al minatore, nell’ambito dei festeggiamenti in onore della patrona Santa Barbara. “Io non ho la bacchetta magica, né ricette da proporre. Sappiate che vi sono vicino, perché mantenere una famiglia e dare un avvenire a sé e ai propri figli se manca il lavoro, è molto doloroso. Non ho soluzioni, ma se pensate che posso esservi di aiuto, ci sono. Con molto rispetto e in punta di piedi”. Sono quindi intervenuti i sindaci Luigi Vagaggini  (Piancastagnaio), Fabrizio Tondi (Abbadia San Salvatore),  Fosco Fortunati (Castell’Azzara) e alcuni lavoratori. Vagaggini ha lamentato il fatto che i provvedimenti per Floramiata stiano  andando troppo per le lunghe. Il curatore fallimentare Sismondi ha inviato la richiesta di cassa integrazione in deroga alla regione toscana, ma questa non l’ha ancora approvata. L’atto riguarda poi la concessione dell’ammortizzatore fino al 31 dicembre 2015. Per i tre mesi del nuovo anno occorrerà ripetere la richiesta. “Noi faremo di tutto per  venirvi  incontro  cercando di anticipare  le somme. Per i lavoratori non fissi dovremo trovare  altri rimedi. Qui c’è l’impegno a muoverci”. Fortunati ha sottolineato come la situazione occupazionale, ma anche logistica e viaria del monte Amiata, abbia oggi toccato punte di elevata drammaticità. “Questo è un territorio di gente coraggiosa e tenace, che deve reagire. Dobbiamo unificare gli sforzi e portare le nostre rivendicazioni in regione. Qui serve un nuovo progetto di area”. Tondi, dopo aver ricordato che presto  il curatore si recherà per un incontro proprio in regione, ha rimarcato come l’obiettivo primario sia quello di dichiarare l’area amiatina “area di crisi complessa”, come è successo per Piombino, Livorno e Massa. “Se i soldi ci sono, qui servono almeno per affrontare questo momento  di sofferenza. Su questo territorio va posto un periodo di  attenzione, perché la situazione è di emergenza. Un periodo che ci consenta di riprogettare l’Amiata, ma senza l’angoscia che manchi il pane”.  L’assessore Franco Capocchi  ha infine denunciato lo stato di drammaticità dell’azienda. Enti locali e vescovo, è necessario stringere i tempi. 93 avventizi sono senza stipendio; 143 fissi possono contare al massimo sulla c.i. fino a marzo 2016. E imprenditori interessati all’acquisto al momento  non si vedono]]>

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