Il piccolo chiostro. Caro don Marco…

Amiatanews: Amiata 08/10/2019
Appuntamento con con Don Carlo Prezzolini, e le sue riflessioni riprese dalle pagine web del sito da lui ideato, “Il piccolo chiostro” (www.ilpiccolochiostro.it), nome della piccola chiesa da lui guidata.

Di Don Carlo Prezzolini (Toscana oggi – Confronto 6 Settembre 2019)

Caro don Marco…

Don Marco Belleri, parroco di Seggiano, Pescina e Vivo d’Orcia, il 7 settembre ha avuto una brutta caduta mentre, con amici, percorreva un sentiero in Valtellina ed è in rianimazione all’ospedale di Lecco. Marco, di 61 anni, è originario di Brescia ed è stato ordinato sacerdote a Siena nel 1997, un anno prima di me, ed eravamo entrambi quarantenni. La notizia ha stimolato in me mole riflession, sulle tante cose che abbiamo in comune, meditazioni e preghiere, che vi propongo sotto forma di lettera.

Caro Marco,
ti sono vicino in questo momento molto difficile e doloroso della tua vita e ti affido al Signore sperando che tu superi i problemi e i traumi procurati dalla caduta mentre percorrevi un sentiero della tua amata terra. Il tuo incidente è stato per me occasione di ricordarti tante volte al Signore e di riflettere e meditare sui tanti punti in comune che abbiamo, come uomini e come sacerdoti, nel servizio che facciamo per la Chiesa e nella fede che  guida la nostra vita.
Praticamente quasi tutto quello che faccio in queste settimane mi stimola ad affidarti al Signore: “Padre, nelle tue mani affido Marco”, affido i suoi cari, i suoi amici, i suoi parrocchiani: testo ripresa  dall’ultima frase di Gesù che dona la sua vita al Padre (Luca 23,46), che spesso uso per la preghiera del cuore e che mi riempie di consolazione e di gioia.
Ti affido quando prego nella cappellina del mio eremo al Saragiolo, sull’Amiata, la mia Montagna  che è diventata anche tua. Ecco un importante elemento che abbiamo in comune: l’amore per questa terra e la scelta di vivere il sacerdozio in una dimensione monastica anacoretica.
Ti affido al Signore quando scendo nell’orto, coltivato in modo biologico non solo per il mio mangiare quotidiano ma anche per donare i prodotti agli altri. Il tuo orto, alla Pescina, è molto più grande ed organizzato del mio, ma  l’amore per la terra, da coltivare in modo naturale senza niente  di chimico, il gusto di mangiare questi prodotti del nostro lavoro è un’altra grande comunione fra noi.
Mi viene spontaneo affidarti al Signore quando cammino nei boschi del Saragiolo, pregando, contemplando il creato e magari stupirmi di fronte alla bellezza del tramonto di fratello Sole o lodare il Creatore per le more che ancora sono tante nella zona e che raccolgo. Anche questo atteggiamento di vita lo condividiamo…
Ti ricordo quando vado a trovare Alessia e Antonio e la loro famiglia, della Comunità Giovanni XXIII, che si sono trasferiti in questi mesi dalla campagna di Seggiano al convento dei Cappuccini fra Arcidosso e Castel del Piano, cari amici tuoi e anche miei. Oppure quando incontro altri amici comuni o persone che ti stimano, e sono tante; in tanti  hanno partecipato alla Messa che abbiamo celebrato per la tua salute al ricordato convento in questi giorni, con don Pierluigi, parroco di Arcidosso, don Gianni, parroco di Castel del Piano, e don Giovanni della Comunità di Nomadelfia.
Condividiamo la scelta di vivere in modo essenziale, dalla parte degli ultimi e sentendosi fra gli ultimi, come faceva il Signore.
Ti confesso che non mi ero del tutto reso conto delle tante cose in comune che animano la nostra vita di persone, di cristiani e di sacerdoti; questo tuo incidente è stato lo stimolo per comprenderle. E mi sento arricchito e spero che avremo occasione di crescere nel dialogo e nello scambio di esperienze, e anche in attività che possiamo fare insieme, insieme anche ai nostri amici.
Ti affido nelle mani del Signore. Un caro abbraccio

Carlo Prezzolini

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