Amiata. Pesanti interrogativi dalle dichiarazioni di Fabio Zita sulle concessioni di Bagnore 4

Non si ferma il dibattito sulle recenti dichiarazioni, ex responsabile regionale del settore VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), relativamente al parere dell’ARS (Agenzia Regionale per la Sanità.) Continuano le riflessioni sull’Amiata da parte dei cittadini, Ammnistratori pubblici, comitati come SOS Geotermia e Rete NOGESI, relativamente all’intervento dell’Arch. Fabio Zita al recente focusi di Firenze “Geotermia: Focus Toscana”, pubblicato, in buona parte, sul canale You Tube del Meetup Arcidosso 5 Stelle. Amiatanews, come tradizione, segue il dibattito sulla geotermia, una delle “questioni” dibattute da decenni sull’Amiata che vede, ad oggi, la presenza di centrali geotermiche Enel Green Power ad alta entalpia, principalmente nei comuni di Santa Fiora, Piancastagnaio e Arcisosso. Riportiamo dunque l’articolo inviatoci dal giornalista Fabrizio Pinzuti


Le dichiarazioni rese al convegno sulla geotermia del 9 aprile scorso a Firenze dall’architetto Fabio Zita, fino a qualche tempo responsabile regionale del settore VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), possono aprire nuovi scenari non solo sulle concessioni della centrale geotermoelettrica di Bagnore 4 ma su tutte le autorizzazioni rilasciate in materia di geotermia dalla Regione Toscana? Ha dichiarato il funzionario (https://www.youtube.com/watch?v=44at5slLgzI): “Qualcuno chiede il mio parere su tutta questa faccenda (poco prima l’arch. Zita aveva introdotto il tema della VIA su Bagnore 4 n.d.s.). Io non esprimo pareri personali. Per me hanno sempre parlato le carte ufficiali che ho firmato e che hanno firmato gli altri funzionari della Regione e di tutti gli organismi tecnici che partecipano nelle procedure. Tutti atti pubblici, atti che potete trovare e che qualcuno conosce perfettamente. In quella occasione era un unica centrale da 40 MW, che poi con un giochino delle tre carte si decise di spacchettare in due centrali da 20 come se due centrali da 20 fossero meglio di una da 40: in termini emissivi e quant’altro poteva sembrare meno impattante, ma queste sono cose marginali. La questione rilevante è che io pretesi, ovviamente, che per quella centrale la Regione chiedesse un parere all’ARS, all’Agenzia Regionale per la Sanità. Non era una cosa usuale, non era mai stato fatto, ma suggerii, ovviamente in un rapporto dialettico all’Assessore Bramerini (era quotidiano il rapporto che io avevo con l’Assessore Bramerini), che date le problematiche che riguardavano la salute pubblica e dato che era la più grande centrale che si intendeva costruire, non in Nevada, dove il primo cristiano era a 150 Km, ma in un’area fortemente antropizzata, in una regione, che ha una storia, una cultura e che geograficamente è la più conosciuta al mondo, noi non potevamo sottendere la necessità di approfondire: il più grosso bacino idrico, le questioni idrogeologiche, che però io mi permetto di dire, sono marginali rispetto alle questioni sanitarie. Io chiesi un parere all’ARS. L’ARS, e qui faccio per la prima volta una dichiarazione pubblica e per questo mi assumo una responsabilità notevole, ma non ho mai mancato di assumerle, e quindi vedremo quali saranno le conseguenze di quello che dico. Io ho chiesto un parere all’ARS. L’ARS mi mandò un parere ufficiale. Era un parere negativo. Io chiamai immediatamente l’Assessore Bramerini, che convenne con me che, con quel parere dell’ARS, Bagnore 4 non si poteva chiudere. La Bramerini parlò evidentemente in Giunta di questa faccenda. L’ARS, quindici giorni dopo il parere negativo, uscì con un successivo nuovo parere positivo sulla base, evidentemente così come è scritto nei pareri (io vi invito a leggere pareri ufficiali), sulla base di ulteriori, nuove e all’ARS non conosciute indicazioni, che gli provenivano dal Settore Energia. Io commentai all’Assessore Bramerini, in merito al fatto che era per me totalmente inconcepibile che un Direttore Generale dell’Agenzia Regionale della Sanità avesse emanato un parere negativo, dichiarando nel successivo parere positivo, che lo aveva fatto (il primo parere) nell’inconsapevolezza del valore del progetto, cosa che invece aveva assunto, in termine di consapevolezza, soltanto nell’emanazione del secondo parere, sulla base delle indicazioni che lui non aveva avuto prima e che aveva avuto successivamente dal Settore Energia della Regione Toscana. Le conseguenze di tutto ciò sono state: la delega tolta all’Assessore Bramerini sulla Valutazione di Impatto Ambientale e il mio allontanamento come responsabile del Settore VIA e trasferimento al Settore Paesaggio”. Le dichiarazioni, se confermate da fatti e documenti, vanno al di là dell’esautoramento di un assessore e dell’allontanamento di un funzionario “scomodi” e gettano molte ombre sulle decisioni della Regione. E’ sempre sembrato strano, non solo ai vari comitati e movimenti ambientalisti, che si sia potuti arrivare alle autorizzazioni e concessioni delle centrali quando lo studio Epidemiologico, commissionato nel corso della procedura di VIA all’Agenzia Regionale della Sanità (ARS) sulle condizioni di salute della popolazione residente nei Comuni sede di impianti geotermici, aveva certificato nel 2010 in Amiata un eccesso di mortalità negli uomini, sia rispetto ai comuni limitrofi che rispetto al resto della Toscana, del + 13%, con punte, per tutti i tumori, nella popolazione maschile del 30% dei Comuni di Abbadia San Salvatore, Arcidosso e Piancastagnaio (guarda caso i più vicini agli impianti geotermici). Inoltre tale studio, nel suo Allegato 6 (http://www.ars.toscana.it/web/guest), aveva individuate ben 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti di diversi inquinanti misurati e presenti in aria, acqua e terreno, prodotti anche dalle centrali geotermiche. Arsenico, mercurio, idrogeno solforato, radon e altre sostanze emesse dalle centrali, secondo i dati dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPAT), sono classificate nella letteratura scientifica come cancerogene, e non è fuori luogo l’ipotesi di una relazione di causa ed effetto tra l’incremento delle malattie e mortalità sull’Amiata e le emissioni delle centrali geotermiche. Più di un osservatore si è chiesto perché, dopo aver delineato un tale quadro e aver snocciolato tali e tanti dati, lo studio dell’ARS concluda che “le analisi effettuate evidenziano un quadro epidemiologico nell’area geotermica nel suo complesso non difforme da quello dei Comini limitrofi non geotermici”. Ora tutti quei dubbi e interrogativi riaffiorano con il sospetto, che le parole del funzionario confermerebbero come fondato, che organismi regionali sapessero dei gravi danni sanitari prodotti dalla geotermia.  “Rossi e la sua giunta non possono più negare che non sapevano dei gravi danni sanitari … le affermazioni di Zita, se confermate, ci consentono di denunciare che la Giunta Rossi è consapevolmente corresponsabile dell’eccesso di mortalità che stiamo registrando in Amiata da parecchi anni … in sintesi brutale in Amiata era in corso una decimazione … se l’art.3 della Costituzione Italiana fosse stato rispettato anche dalla Giunta Rossi, il nuovo impianto non sarebbe stato autorizzato e si sarebbero dovuti chiudere anche quelli già in esercizio in Amiata … Incredibile ed illogica la seconda motivazione del parere positivo fornita all’ARS in una nota chiarificatrice del Settore Energia della Regione Toscana. Poiché nulla variava in merito alle emissioni in atmosfera di inquinanti dannosi alla salute, non si giustifica in nessun modo la rivalutazione di un quadro sanitario già compromesso dalle centrali esistenti e che avrebbe subito ulteriori aggravi con la costruzione del nuovo impianto”. Queste le reazioni a caldo di SOS Geotermia, aderente alla Rete NOGESI. Riportiamo, per il vostro approfondimento, il video di parte dell’intervento di Fabio Zita, reso pubblico, ad oggi, sul canale YouTube MeetUp Arcidosso 5 Stelle [embed]https://youtu.be/pKQsOVdXyjc[/embed]    ]]>

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