A mio dire. Piancastagnaio-Amatrice: la sfida più vera, quella della solidarietà. Diamo una "manona"

Il comune colpito devastato dal terremoto, gareggiò con i pianesi nella sfida di “Mezzogiorno in Famiglia”. Sono trascorsi pochissimi giorni dal grave sisma che  ha colpito il Centro Italia, e, mentre stiamo scrivendo, la triste lista dei deceduti è purtroppo salita a quasi 268 morti di cui 208 ad Amatrice, 49 ad Arquata e 11 ad Accumoli. Piancastagnaio, nello scorso inverno, ha incontrato la vivace comunità di Amatrice, avendola come amica avversaria nella trasmissione televisiva “Mezzogiorno in Famiglia” che Amiatanews ha costantemente seguito. I ragazzi di Piancastagnaio, hanno avuto modo di incontrarsi e conoscere tanti ragazzi della famosa località laziale, incastonata a tra il Gran Sasso, il Terminillo e i Monti Sibillini, durante la gara che aveva in palio un ambito scuolabus per gli scolari più piccini. Ora, le immagini di quei momenti di gioia e orgoglio cittadino di entrambi i paesi, lasciano purtroppo il posto a immagini di devastazione, che descrivono una tragedia dalle proporzioni catastrofiche, che ci spezza il cuore. Lo stesso sindaco Pirozzi, che per settimane siamo stati abituati a vedere mentre mostrava con fierezza i suoi gioielli, chiese, monumenti, attività produttive e la gastronomia locale, con chiaro riferimento alla celebre e internazionale amatriciana, lo abbiamo visto, stanco, afflitto, disperato, “con la morte nel cuore”, come lui stesso ha dichiarato. Nella sua barba lunga, i suoi occhi stanchi e gonfi, l’amarezza di aver perso parte della sua gente e molte delle sue case ed edifici pubblici. In tutto questo dolore, però, una piccola luce negli occhi stanchi del primo cittadino e una frase che mi ha colpito: “Debbo andare vanti, non devo crollare, perché, se cedo anch’io è la fine.” Sindaco_Amatrice_Pirozzi Ebbene, la tragicità di un terremoto, è quella che, purtroppo, si abbatte dove e quando vuole. Lo dice anche un passo evangelico: “Il vento soffia dove e quando vuole, tu ne senti il rumore, ma non sai da dove viene e dove va.” Il terremoto, è come questo vento che si abbatte senza un perché e senza un motivo. L’arrivo di un sisma, è spesso annunciato da un vento, dallo spostamento dell’aria e dal successivo rumore, in tanti casi distruttore. La tragedia di Amatrice e dei comuni limitrofi, ci pone ancora quel pesante quesito che è quello sulla natura con le sue forze e la sua ribellione, dell’impotenza dell’uomo che crea opere straordinarie e rimane muto di fronte a disastri e  calamità. Durante la  programmazione di “Mezzogiorno in famiglia”, a Piancastagnaio hanno, logicamente, sperato nel successo sull’amica sfidante  Amatrice. Oggi, il destino, o chi per lui, ha voluto che questa bellissimo comune, fosse al centro dell’attenzione mondiale per quello che e’ successo. Noi abbiamo voluto attendere che qualcosa si muovesse e qualcosa si è mosso. Non avevamo dubbi in proposito. Ieri, Corrado Costa, punto di riferimento per le trasmissioni RAI in quel contesto, postando un commento su un social network, ha inviato tutti noi ad alzare le mani, anzi le “manone”, in condivisione con Amatrice. Non so quali saranno le iniziative o se sono già state prese; mi piacerebbe poter dire a coloro che sono rimasti vivi e sulle cui spalle già piegate dal dolore si dovrà iniziare a riprendere la vita con la  ricostruzione delle infrastrutture e, soprattutto delle anime, le parola “coraggio, c’è un tempo per  le rovine, ma c’è anche un tempo per ricostruire, scrollarsi la polvere e le macerie  di dosso. Piancastagnaio e l’Amiata, devono alzare tante “manone”, non di gommapiuma questa volta, ma quelle della solidarietà per tutti coloro che stanno lottando per vincere la sfida della ricostruzione, della speranza e dell’orgoglio, con lo sguardo in avanti e il cuore a chi non c’è più. Le due squadre]]>

Lascia un commento