L'altro punto di vista. Il decalogo per scegliere uno psicoterapeuta per il proprio percorso personale.

Un po’ di chiarezza in un momento di grande confusione fra chi fa cosa. Esistono molte scuole di psicoterapia, diverse tra loro per le teorie cui fanno riferimento e per i metodi che utilizzano. Ciascun terapeuta ha scelto di approfondire un approccio piuttosto che un altro, sulla base delle proprie convinzioni e delle proprie caratteristiche personali. Anche il paziente dovrebbe poter scegliere consapevolmente. Prima di intraprendere una psicoterapia è opportuno farsi un’idea di quale approccio teorico si sente più vicino alla proprie idee e più adatto al proprio problema. E’ consigliabile informarsi prima di scegliere, perché la terapia sia fin dall’inizio una scelta ragionata e attiva da parte del paziente, piuttosto che un affidarsi passivo ad un professionista, magari perché “se ne è sentito parlare bene”. In altre parole, bisognerebbe poter rispondere non solo a domande come “il terapeuta in questione è serio, onesto e affidabile?”, ma anche “quali principi ispirano il suo lavoro?” e “sono compatibili con il mio modo di sentire”? Per avere qualche informazione sulle diverse scuole di psicoterapia si può leggere qualcosa. Già questo potrebbe essere il primo atteggiamento “attivo” per prendersi cura di sè e per affrontare con spirito libero e critico la relazione con lo psicoterapeuta. Quale che sia l’orientamento teorico e metodologico del terapeuta scelto, è bene che il paziente sappia quali requisiti deve avere lo psicoterapeuta. Le affermazioni che seguono riprendono e ampliano il “Decalogo dello psicoterapeuta” consigliato dall’Ordine Nazionale degli Psicologi e possono costituire un aiuto ad orientarsi nella scelta.

  • Il terapeuta deve essere iscritto all’Albo degli Psicologi ed essere abilitato all’esercizio della psicoterapia, cioè deve essere inserito nello speciale Elenco degli Psicoterapeuti.
  • Qualora lo psicoterapeuta fornisca consulenze on line, deve attenersi alle Linee guida fornite dall’Ordine degli Psicologi per le prestazioni via Internet a distanza.
  • Il terapeuta deve illustrare le teorie cui fa riferimento e le tecniche che utilizza.
  • Deve comunicare con chiarezza le modalità della relazione: durata delle sedute, numero di incontri settimanali previsti, durata indicativa dell’intera terapia, orari in cui può eventualmente essere reperito al telefono.
  • Se si tratta di un libero professionista, deve indicare il suo onorario. L’Ordine professionale stabilisce un tariffario di massima entro il quale il terapeuta può stabilire il proprio. Egli può tener conto della sua preparazione ed esperienza, ma anche delle condizioni economiche del paziente. Il terapeuta ha l’obbligo di rilasciare la ricevuta fiscale per la propria prestazione. Il paziente può ottenere così il rimborso dalla propria Assicurazione, se ne ha una, e comunque la detrazione fiscale nella misura del 19%. E’ opportuno anche accordarsi fin dall’inizio su come regolarsi in caso di appuntamenti mancati.
  • Il terapeuta deve stabilire con chiarezza gli obiettivi della terapia. Formulare obiettivi significa poter rispondere alla domanda: “Da che cosa mi accorgerò che la terapia sta funzionando?” Non sono utili risposte generiche, del tipo “starò meglio”, ma risposte concrete ed oggettivabili, ad esempio “non avrò più paura di guidare l’auto” (se la fobia dell’auto è il sintomo per il quale si richiede l’intervento terapeutico). Un buon modo di procedere potrebbe consistere nello stabilire valutazioni intermedie degli obiettivi raggiunti.
  • Il terapeuta deve valutare con il paziente i progressi della terapia e quest’ultimo ha il diritto di interromperla se non riscontra risultati.
  • Il terapeuta è obbligato al segreto professionale.
  • Con il terapeuta non si instaurano rapporti di amicizia. Non si intraprende una terapia con terapeuti amici.
  • Il terapeuta non propone né accetta affari economici, né accetta compensi diversi da quelli pattuiti.
  • Non si può prescindere dal fatto che la psicoterapia è anzitutto un rapporto umano, pertanto bisognerebbe sentirsi a proprio agio, avere la sensazione che il terapeuta comunichi autorevolezza, ma anche interesse autentico per il paziente, e che dia la sensazione che ci si possa fidare di lui o di lei.

Dott.ssa Elena Lorenzini – Psicoterapeuta sistemico relazionale ]]>

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