Redazione. Psicologia: l'amore e la fine dei rapporti di coppia

Rubrica “Altro punto di vista”. Non serve rimuginare sugli errori passati, sui rimpianti e sui rimorsi. La miglior cura è quella che ci permette di realizzarci pensando a nuovi progetti. ….“Lui mi ha lasciata ora mai da tre anni ma io sto male come se fosse accaduto ieri… Come è possibile? Non troverà più l’amore, non credevo di poter soffrire così, mi sento sola e vuota, continuo a chiedermi: perché, perché, perché? A volte ho paura di cadere in depressione e non riuscire più a sollevarmi, non mi prendo più cura di me stessa gli hobby che prima mi facevano stare bene ora sono solo un peso. Come faccio a superare questo dolore? C’è qualcosa che posso fare?».

La ragazza della mail ci parla di una grossa ferita ancora non rimarginata. In realtà il dolore che si prova nella perdita (reale o presunta) non dura mai a lungo nel tempo. Se si prolunga molto vuol dire che sono stati messi in atto meccanismi mentali o dinamiche personali che hanno a che fare con la questione solo in modo marginale. Spesso ci rifiutiamo di ammettere che era inevitabile: cancelliamo il ricordo di tutte le cose che non funzionavano nel rapporto e ci costruiamo una realtà parallela e un vissuto diverso. In questi casi utilizziamo il dolore come “scusa” per continuare a parlare della storia finita. Esistono due tipi di dolore e di conseguenze: quello “sano” che ci fa sentire annientati, finiti, che ha in sé una sorta di “salvezza” dal quale riuscendo ad elaborare il “lutto della perdita” riusciamo a ricominciare a vivere e a prendersi cura di noi stessi e magari consapevoli degli errori commessi. L’altro dolore è quello di chi non accetta ciò che è successo, ci pensa e ci ripensa, comincia a lamentarsi, ripensa ciò che ha fatto o poteva fare, e così facendo, lo fa perdurare per tutta la vita. Il dolore è giusto che prenda posto nella nostra coscienza. Ma importante: non serve rimuginare sugli errori passati, sui rimpianti e sui rimorsi. La miglior cura è quella che ci permette di realizzarci pensando a nuovi progetti e a nuove strade da percorrere e magari mentre siamo impegnati in altro troviamo anche risposte a dubbi che ci attanagliavano.

Quando sento dire: “non troverò più nessuno che mi ama e non avrò mai un’altra storia!”, mi viene sempre in mente l‘esperienza di una mia cara amica la quale dopo dieci anni di matrimonio, durante i quali con il marito avevano viaggiato per lavoro in tutta l’Europa; all’ennesima richiesta da parte del compagno di cambiare stato, lavoro e casa, lei decide di lasciarlo e rimanere ad abitare nell’ultimo paese che avevano scelto come dimora. Dopo un primo smarrimento (paese nuovo, nessun amico, una casa da trovare e disoccupata), dopo circa un anno si è ricreata un nuovo lavoro “wedding planner”, e durante un lavoro ha conosciuto un altro uomo con la quale si è sposata nel 2008. Citando Dalla e Morandi “nasce sempre un fiore da un fatto brutto” e quindi nasce sempre un’altra possibilità.]]>

Lascia un commento