Santa Fiora. Al Festival, Trio Bobo, il cuore ritmico di Elio e Le Storie Tese nell’unica data toscana dell’estate

Venerdì 3 Agosto, all’auditorium della Peschiera (21.15), un ricco programma tra jazz, rock progressive e pop ironico.

Ancora un appuntamento di prestigio per “Santa Fiora in Musica”: Venerdì 3 Agosto, Trio Bobo, cuore ritmico dei grandi Elio e le Storie Tese, porterà tra i boschi dell’Amiata un ricco programma tra jazz, rock progressive e pop ironico. Il Trio Bobo è il progetto jazz-fusion-pop-progressive ideato e creato dai musicisti della sezione ritmica di Elio nel 2004, ovvero Faso al basso e Christian Meyer alla batteria, assieme al celebre chitarrista Alessio Menconi alla chitarra, con cui l’anno seguente pubblicano l’omonimo debutto composto da pezzi “inventati nella cantinetta di Faso”, sempre per mantenere quel tono giocoso che caratterizza da sempre il loro sodalizio artistico. Musicisti di altissimo livello e grande virtuosismo, versatili ed eclettici, sono il vero motore ritmico della band milanese, ormai storia del pop più extravagante e musicalmente ricco che il nostro paese abbia sviluppato nel dopo guerra. Con collaborazioni che vanno da Mina a Rava, da Finardi ad Amii Stewards, Paolo Fresu, Gerry Mulligan, Giorgio Conte, Rossana Casale e tanti altri i singoli membri del trio sono eccellenze assolute del panorama nazionale, ma sempre senza prendersi troppo sul serio. E nell’insieme formano un ensemble imbattibile e di grande impatto.

Faso: è mezzanotte di un imprecisato giorno del 1964 e quelli che saranno poi due genitori fanno del petting spinto legalizzato dal matrimonio: alle 12.45 di mercoledì 7 aprile 1965 nasce Faso, al secolo Nicola Fasani, vagendo, tutto ricoperto da una specie di gelatina. Ma per un banale errore all’anagrafe risulta nato l’8 aprile. Doppia festa? Doppi regali? No, soltanto doppi auguri. Alle scuole medie frequenta il compagno di classe Pope, che studia chitarra ed instilla nel giovane Faso il germe della musica, che sembra ancor più interessante visto che le ragazze subiscono il fascino del chitarrista, anche se in realtà subiscono il fascino del maschio, perché Pope è il più figo della classe. Mamma Ada, che non gli fa mancare nulla perché è figlio unico e quindi viziato, gli regala il primo strumento: una chitarra classica; e lo manda a lezione da Vico, un giovanotto che abita nella casa di fronte e che suona la chitarra… e il basso! In seconda media nasce il primo gruppo, o meglio il primo “complesso”: repertorio circa tre pezzi, nessuna esibizione live. Lo stesso anno Faso rinviene un basso “Crucianelli” (una marca universalmente sconosciuta) abbandonato in una soffitta, e dopo aver tentato di rifilarlo al suo amico Pope incomincia a suonarlo lui stesso. E gli piace molto. Successivamente papà Franco, ristoratore, cede un settore della cantina del suo restaurant ad uso saletta prove, mentre mamma Ada sopporta a casa ore ed ore di scale e note sbagliate, un po’ meno sbagliate, ecco, quasi giuste, bene, bello ’sto pezzo, “Vieni a tavola!”, “arrivo mamma aspetta, sto imparando un giro di basso, arrivo”. In questi anni di ribellione, di autoerotismo, di piena esplosione ormonale, appaiono sul volto del giovane Faso i punti neri e i classici baffetti orrendi da adolescente che attualmente ripropone sul volto maturo di un quarantacinquenne (i baffi, non i punti neri). Compie 16 anni, e come tutti i sedicenni tormenta papy finché non gli compra quello che ancora oggi è il suo fedelissimo mezzo meccanico: una Vespa P125X, allora di colore bianco, che gli viene ammaccata dall’aiuto cuoco “Mimmo”, di origine egiziana, un’ora dopo averla ritirata nuova fiammante dal concessionario. Un trauma non ancora superato. Per la cronaca, ultimamente Faso ha dovuto comprare una Vespa dell’ultima generazione perché la limitazione alla circolazione dei motoveicoli non catalizzati, che ha risolto una volta per tutte il problema dello smog a Milano, gli impedisce di usare il vecchio vespone. Dove eravamo arrivati? Ah già, al Liceo: frequenta il Liceo Scientifico Cremona, e nel tempo libero suona come un matto cercando di imparare le linee di basso di Jaco Pastorius, il leggendario bassista dei Weather Report. Dopo aver sostenuto l’esame di maturità tutto ingessato a causa di un incidente, si iscrive alla facoltà di Filosofia di Milano, un po’ per fare contenti i suoi “perchè la musica è un hobby e la cosa più importante è lo studio”, un po’ per rinviare il servizio militare. Nel frattempo frequenta l’amico Confo (Rocco Tanica) che gli propone di entrare a far parte di un gruppetto simpatico che poi farà un successone e conosce il batterista extracomunitario Christian Meyer, con cui suona per ore ed ore estenuanti duetti basso-batteria nella cantinetta del ristorante. Anche gli Elio e le Storie Tese provano nella cantinetta del ristorante, mangiano e bevono a sbafo, invitano amici e amiche, e Faso comprende il vero motivo del suo coinvolgimento nel gruppo. Il 1989 è un anno fondamentale: esce il primo LP/CD/MC di Elio e le Storie Tese, “Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu”, Faso fonda l’Ares Milano Baseball e ottiene l’esonero dal servizio militare. Nel ventennio 1990-2010 Faso ne combina di tutti i colori: oltre alla attività discografica-radiofonica-televisiva-tutto, insomma, “artistica” con gli Elio&leStorie Tese, suona in svariate band di jazz-elettrico, di cui la Biba Band e il trio Bobo sono le punte di diamante, partecipa a dischi di artisti italiani famosi e meno famosi , gioca a baseball, co-conduce le trasmissioni televisive “Absolutely ‘80”, “Absolutely ‘90” e “Absolutely Star” su Mtv , commenta le partite di Major League Baseball su Sky Sport, ma soprattutto nel 2002, grazie a nove mesi di fatica biologica della sua compagna, diventa papà e mette la testa a posto. Perché, non era a posto? Si, ma di solito si dice così. Christian Meyer: Oggi suona spesso nell’ambiente jazzistico ma rimane fedele al gruppo Elio e le Storie Tese che considera “una band ad alta qualità musicale”. I tempi bambagia Nasce a Milano in zona Fiera il 27.01.1963 da padre svizzero di Zurigo e da madre milanese. Durante i primi anni di vita trascorre cinque mesi l’anno nella cascina dei nonni in Piemonte. Christian e la natura vanno molto d’accordo e il loro indissolubile legame resiste ancor’oggi. A 7 anni riceve dal padre trombettista le prime bacchette e a 10 frequenta la Scuola del Capolinea con il Maestro Enrico Lucchini. I tempi duri Dopo la terza media Christian parte per il collegio maschile “Institut Montana” situato nel Cantone di Zug in Svizzera (dove secondo il padre si studia tanto, non ci sono scioperi e si imparano le lingue – “le prime due veramente, la terza veramente al 60%”). Il collegio troneggia su una montagna coperta di neve e ghiaccio sette mesi l’anno; unico collegamento con il mondo, un treno a cremagliera che si può prendere solo il sabato e la domenica previa autorizzazione del Rettore e del Capo Casa (!!!) Risultato del collegio: vita dura, disciplina, tanti amici e bei ricordi ! Christian a 18 anni opta per la cittadinanza svizzera evitando il militare in Italia, l’anno recuperato viene sfruttato in Germania a Francoforte dove il ragazzo vive le prime esperienze da musicista professionista suonando spesso nelle basi N.A.T.O. che ancor oggi lo ricordano con affetto e lo interpellano in caso di tensioni nel mediterraneo.

Approfondimenti: www.santafiorainmusica.com


Fonti Comunicato stampa Santa Fiora in Musica a del 01/08/2018

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