Redazione. "E' settembre e i nostri figli tornano a scuola…come fare?"

Rubrica “Altro punto di vista”. Consigli per mamme e bambini che affronteranno per la prima volta l’esperienza dell’asilo Siamo ai primi di settembre e come tutte le attività fra poco inizierà anche la scuola …in particolare la scuola materna, di seguito alcuni consigli per le mamme e i bambini che a settembre inizieranno la nuova e ricca esperienza dell’asilo.

  1. Ho fiducia nelle capacità di mio figlio il bimbo riuscirà a farsi capire? I suoi bisogni saranno soddisfatti? Sarà in grado di mangiare da solo e andare in bagno? La mia risposta è “si!” dice la pedagogista Maria Elena La Banca, coordinatrice delle scuole per l’infanzia Il Girotondo di Roma, scrittrice (molto attiva online tra blog, forum e gruppi di mamme). Per vivere serenamente questa nuova avventura, è molto importante “avere fiducia nelle capacità del bimbo, anche quando agli occhi della mamma appare fragile e indifeso”, raccomanda la pedagogista. Qualche timore continuano ad averlo anche i genitori con figli che hanno già frequentato il nido. “In questo caso, la preoccupazione principale riguarda le difficoltà che potrebbero sorgere per il cambio di scuola e di compagni. Ma i bimbi che hanno vissuto l’esperienza del nido, in molti casi, sapranno stupire mamma e papà per la facilità di adattamento… Al nido è infatti già stato completato quel processo di ‘scolarizzazione’ che prevede l’interiorizzazione di norme e regole, tipiche di ogni comunità scolastica”.
  2. Ascolto entusiasta i suoi racconti … “A scuola i bimbi più piccini sono perfettamente in grado di badare a se stessi poiché apprendono in modo veloce osservando i compagni. E poi, accolgono gli stimoli graduali proposti dalla maestra. Al loro rientro a casa – mostratevi entusiaste dei suoi racconti e partecipate con gioia alle sue piccole grandi scoperte”.
  3. … E lo incoraggio con un sorriso Per un buon inserimento nella scuola dell’infanzia, c’è un piccolo ‘trucco’, che vale per tutti i bimbi, quelli al primo distacco e i ‘veterani’ del nido: “Incoraggiarli, sempre, sorridendo, un sorriso conta più di mille parole e dice ‘va tutto bene piccolo mio.
  4. Evito i paragoni con gli altri bimbi L’ingresso alla scuola dell’infanzia è un’esperienza nuova e ‘forte’, da un punto di vista emotivo e relazionale per ogni bambino. “Ogni bambino ha i suoi ritmi, e anche chi ha già frequentato il nido si trova a sperimentare una situazione diversa – dice la psicologa e psicoterapeuta Erica Volpi, specializzata nel sostegno alla genitorialità. i conseguenza, non è affatto così matematico che si adegui in modo veloce. Per questo, è fondamentale che il genitore riconosca le caratteristiche e la personalità del figlio evitando qualsiasi paragone con altri bimbi, questo è sempre scorretto”.
  5. Evito troppe domande sul cibo “Non è bene solo domandare 50 volte cosa e quanto ha mangiato: a scuola non si va per mangiare! Purtroppo, questo atteggiamento è molto diffuso ma trasmette al bimbo un messaggio sbagliato, svilisce il valore della scuola. Occorre, invece, far capire al bambino che sta vivendo un’esperienza significativa: non dimentichiamo che proprio in questi anni si gettano le basi delle capacità relazionali”, afferma la psicologa Volpi.
  6. Lo aiuto a comunicare le sue emozioni Per favorire l’inserimento a scuola del bimbo (e anche superata la prima fase), oltre a chiedere al bimbo le sue opinioni, è fondamentale che il genitore lo aiuti a comunicare i suoi sentimenti. “Se nessuno dà un nome alle emozioni, il piccolo non può imparare a esprimerle, per questo è importante aiutarlo a decodificarle – ‘Come ti senti oggi?’, ‘Ti è piaciuto disegnare?’, ‘Ti sei divertito?’. Forse, il bimbo è scontento proprio perché l’attività della giornata non è stata di suo gradimento. Detesta i collage? Bene, in questo caso, il genitore deve riconoscere (tranquillamente) i gusti del figlio che possono essere diversi da quelli di altri compagni di scuola e dai suoi”, dice la psicologa della famiglia.
  7. Se piange non scappo e lo rassicuro La mamma non deve scappare via se il figlio piange, ma guardarlo negli occhi – il contatto oculare è basilare – e rassicurarlo che tornerà a un determinato orario, quello reale. Le bugie materne, pur se a fin di bene (“Torno tra 10 minuti, non piangere!”), creano danni e disorientano molto il bambino, anche da un punto di vista temporale.
  8. Non smette di piangere? Saluti, coccole e poi vado via “Se il piccolo continua a piangere, a un certo punto, dopo saluti e coccole, bisogna farsi forza e andare via… Non si può restare lì tutto il giorno… Come mamme, dobbiamo accettare i tempi del nostro bambino – che possono non rientrare nei canonici 15 giorni di inserimento – e pensare che piano piano, il piccolo apprezzerà.
  9. Non faccio la mamma chioccia e lo lascio imparare dai suoi errori “Non è possibile proteggere sempre i nostri figli, come vorremmo, e forse è giusto che sia così . Dobbiamo dare a loro la possibilità di mettersi in gioco, di sperimentare, di imparare anche attraverso gli errori. Inevitabili arriveranno anche dei conflitti con una nuova fase, l’ingresso in una nuova scuola, quella dell’infanzia, o il primo distacco dalla famiglia. Ma mi auguro che siano uno stimolo per ricercare nuove forme di collaborazione e apertura. Con la speranza che i piccoli passi di un buon inserimento portino un gran viaggio ricco di conquiste e soddisfazioni…”

[caption id="attachment_5182" align="alignleft" width="81"]La dottoressa Elena Lorenzini Elena Lorenzini[/caption] Psicologa – Elena Lorenzini –  elena.lorenzini@alice.it]]>

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