Piancastagnaio. Se "Misericordia" fa rima con "discordia". Le elezioni del nuovo Magistrato fanno discutere

Sembrano esserci problemi per le recenti elezioni del nuovo Magistrato della Misericordia. Da giorni, il tam tam paesano, non faceva altro che battere, sulla tastiera del commento sottovoce, l’argomento scottante. Quelle elezioni, per il rinnovo degli organi direttivi della Confraternita di Misericordia, non sarebbero state chiare. Tutto però, a suon di commenti, ripetiamo, non ufficiali. Finché oggi (ieri per chi legge), un noto quotidiano locale, ha dato fuoco alle miccia di un incendio, ormai difficilmente da domare. Ed è proprio la richiesta, come riporta, la nota, per altro non firmata, fatta alla Federazione Nazionale, di invalidare le elezioni, che, per altro, hanno registrato una bassissima percentuale di votanti. Certamente, ci viene da pensare: ”ma che sta succedendo?”. Eppure uno degli impegni di questa nobile associazione, è sempre stato quelli di incarnare, a pieno titolo, le grandi virtù cristiane della tolleranza  e della fraternità reciproca. Possibile che “misericordia”, dal latino “cuore misero”, si unisca a “discordia”? Vero che i tempi sono cambiati, tutto si fa in nome del profitto, tutto si trasforma in nuove sfide aziendali; del resto, quella figura nera del Vescovo Marcinkus, ad un giornalista che domandava il perché di tanti soldi alla Chiesa, rispose: ”La chiesa mica vive di sole Ave Marie…”. Similmente, oggi, si potrebbe dire: ”La misericordia mica vive di sola… misericordia“. Certamente, l’idea che questa vicenda sembra mostrare, è quella di una grande torta, cui tutti ne vogliono un pezzo, alla faccia degli ideali e dei buoni propositi. Peccato, non sono certo quelli dei dipendenti e dei volontari, ultimo, per bontà e simpatia, il grande, di nome e di fatto, Peppino Fe’, giustamente definito “l’angelo degli emigranti di Bari”, che in una fotografia sembra essere lì ad osservare quel che accade.]]>

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