Piancastagnaio. "Le irregolarità non posso divenire regola": sulle elezioni della Misericordia, la lettera di un socio della Confraternita

Lettera aperta di Fabrizio Pinzuti ad Amiatanews, dopo la presa di posizione dei nuovi componenti del Magistrato dell’Associazione, che si erano espressi sulla validità delle elezioni relative al rinnovo delle cariche.  Continua, a Piancastagnaio, lo scambio di opinioni a suon di carte, sulle elezioni per il rinnovo del Magistrato della Misericordia locale. Nella serata di ieri, i nove componenti del nuovo Magistrato, eletti lo scorso 31 gennaio, avevano informato l’opinione pubblica, circa la loro posizione, attraverso una lettera ufficiale, relativamente alle azioni intraprese, nei giorni passati, da alcuni  soci, dipendenti e volontari della stessa Confraternita, che avevano richiesto l’invalidamento delle elezioni a causa di presunte irregolarità nello svolgimento delle stesse. Oggi, invece, riportiamo la lettera inviataci da Fabrizio Pinzuti, socio della Confraternita, uno dei circa venti soggetti, firmatari di un documento inoltrato ai Probiviri Nazionali, che chiedeva di accertare la regolarità delle elezioni. Pubblichiamo, di seguito, il testo integrale della lettera, a noi pervenuta in data odierna.


Una ventina di soci (tra cui il sottoscritto), volontari e dipendenti della Misericordia di Piancastagnaio hanno inoltrato ai probiviri nazionali la richiesta di accertare la regolarità delle elezioni per il rinnovo dell’organo di governo della Confraternita svoltesi il 31 gennaio scorso. L’istanza è stata avanzata subito dopo le votazioni poiché la lista dei candidati è stata resa nota solo nell’imminenza della consultazione e altri elementi oggetto di contestazione si sono appalesati solo dopo la consultazione stessa. A beneficio dei lettori si riporta la sintesi del ricorso pubblicata dalla stampa il 5.2.16: “Secondo i ricorrenti sarebbero stati ammessi all’elettorato passivo, dalla commissione incaricata di espletare tutte le incombenze relative all’elezione, anche candidati privi dei dovuti requisiti dell’anzianità di iscrizione (almeno tre anni prima di quello dell’elezione, secondo la loro interpretazione dello statuto). Cinque di questi candidati risultano far parte dei nove più votati che andrebbero a costituire il nuovo cda. Secondo altre fonti sarebbero state compiute irregolarità e forzature anche nell’ammissione all’elettorato attivo. Tutt’altro che perfetta, a giudizio dei ricorrenti, anche l’informazione relativa alle elezioni, come dimostrerebbe il basso numero di votanti: 126 su 3300 aventi diritto al voto. Rilievi anche per il governatore attualmente in carica che non sarebbe intervenuto sulla commissione elettorale, nonostante le ripetute sollecitazioni. La nota dei reclamanti chiude deplorando l’assenza dei collegi dei revisori dei conti e dei probiviri, pur previsti dallo statuto”. Saranno i probiviri nazionali, in assenza di quelli locali, a giudicare la fondatezza dei rilievi. Riguardo alle voci tese a dare una cattiva immagine dei ricorrenti che si muoverebbero sol perché interessati a rientrare in gioco dopo essere stati bocciati dall’elettorato, sembra strano che questioni di principio vengano ridotte a meschinità personali, insinuando vaghe prurigini di sospetto. E’ mai possibile che, incuneando secondi fini, si getti fango su chi chiede trasparenza e correttezza? Chiedere di accertare la validità delle elezioni, dal momento che ne esistono i presupposti, e se del caso, di indirne di nuove, è uno strappo all’immagine e un ostacolo all’attività della Misericordia? Perché si mette alla berlina un diritto, lasciando nel contempo intendere che eventuali irregolarità possano essere sanate in nome della vetustà, dell’anacronismo e dall’inattualità delle norme statutarie? Non è necessario essere giuristi per capire che la “ratio” sottesa a queste norme non è far torto e dispetto agli uomini, e donne, di buona volontà che vogliono impegnarsi nella Misericordia, ma consentire a soci, fratelli e chi ha comunque diritto di voto, il periodo per una necessaria osservazione e verifica dell’attaccamento all’istituzione, nonché delle potenzialità, possibilità e capacità a ricoprire incarichi da parte di chi si candida, evitando il “primo venuto o l’ultimo arrivato”. E’ insomma una norma di tutela della Misericordia e non basta in questo caso la conoscenza generale che tutti hanno di tutti nei paesi piccoli come il nostro. Si ritiene giusto pertanto che, in attesa che si pronuncino i probiviri nazionali, non si provveda a nessun passaggio di consegne tra il vecchio organo e quello delineato dalle elezioni del 31 gennaio scorso. Cosa succederebbe se si accertasse che gli insediati non hanno titolo a rappresentare la Misericordia? P.S. Oltre a specificare che i ricorrenti non hanno chiesto l’intervento di nessun commissario straordinario per gestire la Misericordia ma solo l’accertamento della regolarità delle elezioni ai probiviri nazionali, in merito a chi ritiene, secondo quanto riportato nell’articolo di Amiata News del 18 febbraio, “che le elezioni del 31 gennaio us siano a tutti gli effetti legittime considerando che le norme statutarie non potevano essere attuate anche nelle precedenti elezioni” (sic), è appena il caso di ricordare che eventuali irregolarità commesse, anche se non segnalate, nelle precedenti elezioni non possono diventare la regola di tutte le elezioni. Una irregolarità rimane tale, non può diventare una panacea. Fabrizio Pinzuti
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