Piancastagnaio. La Pensione Sani non c'è più; al suo posto, una nuova farmacia al servizio dei cittadini

Iniziata la demolizione dell’edificio, ristorante e dimora per molti turisti e viaggiatori fino agli anni ’80 La nuova sede della farmacia, permetterà di risistemare un luogo umiliato, lungo la “passeggiata” del paese. Dopo il parlare, i progetti e le autorizzazioni, ecco i fatti. Da questa mattina, è iniziata la demolizione della “Pensione Sani”, l’edificio che ha ospitato per alcuni decenni un turismo d’altri tempi, ed ormai chiuso da una venticinquina d’anni. Al suo posto, verrà costruito il nuovo edificio che ospiterà la nuova farmacia Speroni, altra storica attività di Piancastagnaio, che trasferirà i propri servizi e le proprie competenze, alcune centinaia di metri dopo la sua sede attuale, sempre sul Viale Gramsci di Piancastagnaio. Molti sono stati i cittadini del comune amiatino, a soffermarsi questa mattina all’arrivo dei mezzi della ditta di Piancastagnaio a cui è stato affidato il delicato compito. Tanti i commenti e le fotografie “postate” sui profili Facebook, sull’abbattimento di quel che, per mille ragioni, è ritenuto un edificio dagli aspetti “contradditori”. Casa estiva ed invernale per turisti o viaggiatori, ristorante, punto di incontro; ma, a tutti, era evidente lo stato di abbandono in cui, da troppi anni, il manufatto si trovava ed a cui, con la demolizione, s’è posto fine. Per alcuni è il momento del “ricordo”, per altri è il momento della “fine”, per altri il momento della “polemica”; tant’è che tra poche settimane la “Pensione Sani”, non sarà più lungo il “viale”, col suo giardino assolato verso le valli a sud, momento di riposo, tra letture, parole, musica dei più grandi ed il gioco dei più piccini. [gallery link="file" ids="19198,19199,19200"] Ma le cose dovevano andare evidentemente così e, dopo alcuni passaggi di proprietà, idee di caserme e progetti mai irrealizzati, bisogna considerare e ben volere la nuova struttura che verrà costruita, sede di una proposta importante, legata ai servizi alla salute verso i cittadini, ovvero la nuova farmacia ed i servizi ad essa collegati. Finisce così un angolo pessimo di Piancastagnaio, una sorta di cartolina del degrado che, anche in altri edifici, trova una “residenza stanziale”; altre situazioni generate da madri, figlie e nipoti nate dalle burocrazie e dai privilegi. Un contrasto forte, che porta spesso a nascondere alla vista, le bellezze del territorio, della storia e della tradizione Rimangono oggi, nel centro abitato, la “Pensione Anna”, pochi metri più avanti, e ancor più in là, il rinnovato Ragno d’Oro, madri e figlie del periodo d’oro della “pensione”, ovvero quel tipo di struttura ricettiva dove il cliente non era cliente, né ospite, ma protagonista di un soggiorno, parte di una “famiglia” dove trovava, con l’ospitalità, quella confidenza e quella intimità, attese dopo averle lasciate un anno prima. Il “villeggiante”, oggi, non c’è più e, questa, è una riflessione che molti si dovrebbe fare. L’Amiata, forse assorbita da discutibili iniziative di proposta turistica nazionale, era meta di soggiorno per decine di migliaia di persone, che oggi rimangono ricordo. Come la Pensione Sani che, personalmente, mi ricorda la “zia Niccola” del Toscana, il Cristini in Voltaia, il Capriolo alla Madonna, oggi chiusi o divenuti condomìni.  ]]>

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