Piancastagnaio. Geotermia: presentati gli ultimi dati dell'Agenzia Regionale di Sanità.

Si è tenuto ieri sera l’incontro  su “Lo stato di salute delle popolazioni delle aree geotermiche alla luce dello studio dell’ARS” organizzato dal dottor Fabio Landi, respoonsabile della Commissione Geotermia di Amministrazione Partecipata “Nessuna velleità di convincere, ma solo condividere i dati ufficiali, analizzati con il prof. Valerio Gennaro, oncologo dell’ospedale San Martino di Genova, uno dei centri di eccellenza della ricerca medica italiana”. Questo lo scopo del convegno “Lo stato di salute delle popolazioni delle aree geotermiche alla luce dello studio dell’ARS” organizzato dal dottor Fabio Landi ieri sera, in una affollata saletta comunale. Landi è anche responsabile della Commissione sulla Geotermia, del progetto Amministrazione Partecipata del Comune di Piancastagnaio. Partito dall’osservazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo la quale “tutti gli studi condotti fino ad oggi mostrano che non esiste un livello-soglia al di sotto del quale non siano evidenziabili effetti dell’inquinamento sulla salute e che anche al di sotto dei limiti di legge previsti per il particolato vi sono effetti Piancastagnaio_Un_Altro_Punto_di_Vista_WP_20160606_115sanitari sulle popolazioni esposte”, il dottor Landi ha analizzato in dettaglio i dati dell’ARS Toscana aggiornati al 2009 secondo i quali nell’area geotermica amiatina continuano, rispetto alle aree limitrofe, gli eccessi per mortalità, tumori e ospedalizzazione regiastrati per i periodi precedenti. Il trend negativo, pur con qualche riduzione, prosegue anche nei dati ufficiali dell’ARS aggiornati al 2012, presentati all’incontro pubblico di Abbadia San Salvatore del 4 novembre 2015. Nulla sembra essere variato rispetto all’allegato 6 dello studio ARS che riconosce “97 correlazioni tra l’aumento della concentrazione dell’inquinante e l’aumento delle patologie associate all’inquinante considerato sia negli uomini che nelle donne” (Rapporto Progetto di ricerca epidemiologica sulle popolazioni residenti nell’intero bacino geotermico toscano). Menzionato anche il rapporto “Sepias” del 2014 sugli studi epidemiologici degli effetti dell’arsenico, una delle sostanze emesse dalle centrali geotermiche, secondo il quale nel Comune di Abbadia San Salvatore, scelto come uno dei campioni, “sono stati osservati eccessi di mortalità tra i maschi per tutte le cause, per tutti i tumori e per le pneumoconiosi, tra le femmine dell’apparato digerente  e insufficienza renale. Le analisi sui ricoverati nel 2004-2006 hanno evidenziato eccessi per malattie respiratorie acute in entrambi i generi, per tumore allo stomaco, malattie genito-urinarie e polmonite tra i maschi, per malattie polmonari cronico-ostruttive  tra le femmine”. Con i dati anche i principi e gli orientamenti, come quello di precauzione raccomandato dalla Commissione Europea da invocare “quando gli effetti potenzialmente pericolosi di un fenomeno, di un prodotto o di un processo sono stati identificati tramite una valutazione scientifica e obiettiva e questa valutazione non consente di determinare il rischio con certezza”.Piancastagnaio_Un_Altro_Punto_di_Vista_WP_20160606_110 La direttrice dell’Agenzia Europea per l’Ambiente Jacqueline Mc Glade ha affermato in proposito che “l’incertezza scientifica non è una giustificazione all’inazione quando vi è evidenza plausibile di danno potenzialmente grave e che anche la paura di falsi positivi è fuori luogo e non deve essere una giustificazione per evitare interventi precauzionali perché questi sono pochi e lontani tra loro rispetto a falsi negativi”, ribadendo che “la priorità dei politici deve essere il mantenimento del benessere dei cittadini, non la competitività economica a tutti i costi”. Nei rapporti tra politica e conoscenza, all’interno dell’applicazione del principio di precauzione, deve trovar posto, a fianco della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), la Valutazione di Impatto Sanitario (VIS), “procedura partecipata, secondo la coincisa definizione di Fabrizio Bianchi del CNR di Pisa, per valutare il rischio attribuibile a interventi o strategie prima che siano decisi, come strumento per i decisori, utilizzando gli studi sui danni (passati), sui rischi (attuali) per una valutazione sugli impatti (futuri)”. [gallery link="file" columns="4" ids="20093,20098,20097,20095,20096,20091,20090"] In ambito epidemiologico, per strategie di prevenzione primaria, le informazioni disponibili devono essere utilmente e rapidamente trasformate in conoscenza, per il riconoscimento precoce di criticità sanitarie in specifici territori a rischio, dal momento che l’accesso alle banche dati di tipo sanitario avviene con enormi difficoltà burocratiche e i risultati vengono messi a disposizione con un ritardo di alcuni anni. Come suggerisce Valerio Gennaro, è invece importante sapere “come sta la comunità. Con gli esami di laboratorio e i referti clinici capiamo lo stato di salute del paziente. Similmente con il referto epidemiologico potremo conoscere e migliorare lo stato di salute dell’intera comunità”. In questa ottica è stato redatto ilProgetto St.R.E.Am. (Studio Referto Epidemiologico Amiata), semplice, a costo zero, che prevede: l’utilizzo di dati già disponibili agli Enti Sanitari Regionali; la formazione di un gruppo di studio medico scientifico con funzioni di elaborazione e valutazione; la richiesta di dati epidemiologici aggiornati; ilReferto Epidemiologico per ogni Comune ed aggregato (quartiere o frazione); presentazione periodica e costante dei risultati. Alcune dichiarazioni al termine dell’incontro ]]>

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