Il piccolo chiostro. “Non spezzerà una canna incrinata”

Amiatanews: Amiata 21/04/2021
Appuntamento con Don Carlo Prezzolini, e le sue riflessioni riprese dalle pagine web del sito da lui ideato, “Il piccolo chiostro” (www.ilpiccolochiostro.it), nome della piccola chiesa da lui guidata.

Di Don Carlo Prezzolini (Confronto e Araldo poliziano, Toscana Oggi, 18 Aprile 2021)

Lunedì della Settimana santa nella Messa abbiamo letto, come prima lettura, un brano preso dal Secondo Isaia, grande profeta inviato da Dio, nella seconda metà del VI secolo avanti Cristo, a consolare gli esiliati in Babilonia e a profetizzare il loro ritorno a Gerusalemme. Il brano è ripreso dal “Primo canto del servo del Signore”(Isaia 42,1-9): l’eletto di Dio, ripieno del Suo Spirito, “Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta” (versetti 2-3).
La lettura e la meditazione di questo brano mi ha colpito in modo particolare, per la prima volta così profondamente.
Per noi cristiani i Canti del Servo sono una profezia di Gesù Cristo: “per le sue piaghe noi siamo stati guariti” (Quarto Canto, 53,5). Matteo ripropone, applicandoli al Signore, i ricordati versetti 42,2-3. Penso che Gesù sia andato ben oltre: non solo non ha mai spezzato una canna incrinata ma, nella sua piena compassione, si è reso  disponibile a guarirla, a fasciarla. Non solo non ha mai spento uno stoppino dalla fiamma smorta ma è stato pronto a versare nuovo olio di vita. La canna e lo stoppino sono chiaramente simboli delle persone nelle difficoltà della vita quotidiana, quindi di tutti, ma il “miracolo” può avvenire solo se queste persone aderiscono, non rifiutano l’Amore del Signore e la sua compassione.
Personalmente mi sono riconosciuto, in pieno, come una canna incrinata e uno stoppino dalla fiamma smorta, con i miei limiti, le mie povertà, i miei errori, in modo particolare in questo tempo di particolare difficoltà per l’Umanità e anche per la Chiesa. E’ la scoperta di una profonda verità su di me e su tutti gli uomini. I guai nascono quando uno si crede una canna dritta, o addirittura un alto cedro del Libano senza difetti, o una luce che illumina il mondo. I guai nascono quando pensiamo di essere bastanti a noi stessi, di non aver bisogno di nessuno, di salvarci da soli e quindi di non aver bisogno nemmeno… di Dio. E’ la posizione dei farisei, dei dottori della legge che non riconoscono Gesù come Verbo del Padre incarnato perché non gli serve: loro sono bravi, buoni e sapienti e quindi si salvano per le loro opere. Spesso anche la Chiesa è caduta, e cade, nello spirito farisaico. Riprendendo un antico detto dei Padri antichi, che parlavano della Chiesa come del “Mysterium Lunae”, cioè che illumina la notte  non di luce propria ma riflettendo la luce del Sole, spesso ci siamo considerati noi il Sole, simbolo forte di Dio. E abbiamo spezzato canne e spento stoppini, mettendo la legge, le regole prima delle persone, tradendo uno degli insegnamenti fondamentali del Signore.
La scoperta di me stesso, di noi come canna incrinata e stoppino dalla fiamma smorta, che non si può fare una volta sola ma va ritrovata nella nostra storia personale e nella storia dell’Umanità, è all’inizio doloroso perché mi/ci immerge nei miei/nostri limiti e povertà, ma poi ci fa sentire bisognosi della Compassione del Padre, del suo Amore, senza il quale non possiamo fare nulla. Anzi ci stimola ad essere amore e compassione, come uomini e come cristiani.
E questa scoperta di essere bisognosi dell’Amore e della Compassione del Padre è la strada maestra per la fede nella risurrezione: il Signore è veramente risorto per noi e noi risorgeremo con Lui, in Lui e per Lui. E questa è una scoperta  non solo di fede ma di vita: ci guida ad orizzonti nuovi, alla gioia fin da ora, nonostante tutto, verso la Casa del Padre.
Che il Signore risorga nel mio cuore, nei nostri cuori e nel cuore della Chiesa e dell’Umanità.

Carlo Prezzolini
donprez51@gmail.com
Confronto e Araldo poliziano, Toscana oggi 18 Aprile 2021

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