Il piccolo chiostro. Noi: piccole, povere isolette

Amiatanews: Amiata 18/01/2021
Appuntamento con Don Carlo Prezzolini, e le sue riflessioni riprese dalle pagine web del sito da lui ideato, “Il piccolo chiostro” (www.ilpiccolochiostro.it), nome della piccola chiesa da lui guidata.

Di Don Carlo Prezzolini (Confronto e Araldo poliziano, Toscana oggi 17 gennaio 2021)

Questa nuova fase della pandemia del famoso  covid, che ingenuamente non mi aspettavo, almeno in maniera così grave, mi stimola a riprendere una mia vecchia immagine delle persone  su cui da tempo rifletto. Viviamo in  una società sempre più centrata sull’individualismo, sull’egocentrismo, frutto della fase finanziaria e consumistica del capitalismo; viviamo sempre più in una cultura del consumo e dello scarto, delle persone e delle culture marginali, come ricorda spesso papa Francesco. Ognuno di noi è sempre più centrato su se stesso; pensiamo di essere bastanti a noi stessi, autosufficienti. Significativo di questa realtà mi sembra la carenza, quasi assenza, della dimensione spirituale, anche questa ridotta ad una visione personale e utilitaristica.

Ogni persona si percepisce sempre più come un’ isola distaccata dagli altri. Non ci accorgiamo che stiamo diventando, siamo diventati isolette piccole e povere. Non ci accorgiamo che gli arcipelaghi hanno grandi rischi comuni: pensiamo al dramma della crisi ambientale, che provoca anche l’innalzamento dei livelli del mare, emergenza che non può essere affrontata da ogni isoletta. Oppure pensiamo che la salute nostra non ha solo una dimensione individuale ma sociale: la pandemia del covid cresce se non è affrontata a livello delle comunità, della società.

E’ una visione pessimistica? Non credo, la vedo molto realistica. Anche noi cristiani siamo in questa situazione, noi che crediamo in un Dio Trino ed Unico, che è Amore, Comunione d’Amore e ha fatto tutta l’umanità a sua immagine e somiglianza. Noi persone siamo fatte per le relazioni, per lo scambio per la condivisione, per camminare insieme: solo in questo modo possiamo scoprire chi siamo, le nostre bellezze, le nostre risorse e anche le nostre povertà.
Partire dalla realtà, dalla consapevolezza della situazione della civiltà degli inizi del Terzo millennio, è indispensabile per sognare e impegnarsi per un nuovo futuro.

Che fare? Penso ci siano due strade per affrontare questa drammatica realtà.
La prima è scegliere di diventare isolette “verdi”, ecologiche, scegliendo un modello di vita che consuma il meno possibile, che ricicla il più possibile, che inquina, da tutti i punti di vista, il meno possibile. Come persona, cristiano e prete, da anni sto cercando di portare avanti al “piccolo chiostro”, nella Montagna amiatina, questa scelta. Ho anche un orto e qualche galline, che cerco di portare avanti in modo biologico. Questo mi permette anche lo scambio con amici e vicini e mi stimola anche la scelta del dono, scambio e dono di prodotti e di modi di vivere. Cerco di coltivare la dimensione spirituale con la preghiera e la meditazione della Parola di Dio, di contemplare il Mistero nel mio cuore, nel creato e nel volto dell’altro.

L’altra strada, unita strettamente alla prima, è “costruire ponti” fra le nostre isolette. Ponti di aiuto, di condivisione, di scambio, di crescita personale e comunitaria, che ci facciano arrivare, attraverso incontri e aiuti concreti, ad una nuova visione dell’umanità e del creato. Ponti fondamentali sono quelli relazionali, centrati sull’ascolto, sull’accoglienza e sul sostegno reciproco; sull’empatia, sul cercare di mettersi nei panni dell’altro, nei sentimenti, nella vita dell’altro, senza fondersi con lui. Come prete cerco di impegnarmi in particolare nella vicinanza con i malati e in cammini di ascolto del Vangelo con gruppi. E sulla ricerca della bellezza, in particolare nella natura e nell’arte.

Queste due strade, vissute insieme, costruite insieme, mi sembra siano le uniche che ci possono salvare.
Noi non siamo bastanti a noi stessi, autosufficienti; non ci realizziamo possedendo e consumando. L’egocentrismo, l’individualismo esasperato non ci offrono nessun futuro, se non quello di morte, di distruzione personale, sociale e ambientale. Siamo chiamati a convertirci.

Carlo Prezzolini
donprez51@gmail.com
Confronto e Araldo poliziano, Toscana oggi 17 gennaio 2021

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