Celle sul Rigo. La 46° Festa dei Pici a sostegno della Filarmonica

La sagra dei pici: una grande festa per sostenere la banda paesana e tenere alto l’onore della gastronomia locale Celle sul Rigo (San Casciano dei Bagni). “La sagra dei pici è nata esattamente 46 anni fa, quando si presentò la necessità di ricorrere a una iniziativa importante per sostenere la banda musicale, che rischiava di chiudere”. Stefania Gori è la presidente della Società Filarmonica di Celle sul Rigo, la gloriosa banda nata nel 1876, che da sempre  organizza la celeberrima festa, che coinvolge l’intero paese. “Noi siamo dei privati. Abbiamo acquistato la cucina, tutto il materiale necessario e possediamo anche il teatro. La filarmonica è nata come ente autonomo, per volontà di un gruppo di celle_sul_rigo_manifesto_festa_pici_2015benestanti che volevano divulgare la passione per la musica. Furono loro a costruire il teatro, che è stato rifatto e che noi intendiamo restaurare”.  L’introito della festa è quindi a totale appannaggio della banda e della sua attività, ma con il tempo è cresciuto nella filarmonica, ma anche nella gente coinvolta, l’orgoglio per  il  trionfo di questo  piatto buono, premiato dal  Touring e  che riscuote ogni anno un  successo tale  che, anche se non ci fosse più la banda –  osserva Gori –  la sagra andrebbe avanti lo stesso. “Non vogliamo rinunciare alla manualità e pertanto una settimana prima  (quest’anno è in programma  da venerdì 29  a domenica 31 maggio, ndr) eccoci al lavoro! Sono 55 le donne impegnate  – mi sono scritta tutti i nominativi – oltre a due uomini e un bambino! Qualche altro  dato?  730 chili di farina e 130 chili di macinato per il condimento. In previsione di confezionare 5.000 porzioni. La nostra specialità, il nostro marchio originario, soni i pici all’aglione. Mia nonna era molto brava a cucinare e mio babbo, uno degli inventori della sagra, pensò proprio a una manifestazione gastronomica, essendo lui un vero buongustaio”. “Ma sono veramente tante le persone che hanno dato il sangue per la festa. Tra donne e uomini sono sempre  almeno un centinaio i coinvolti su una popolazione di circa 350 abitanti. È una enorme fatica, ore e ore in piedi a fare pici! Ogni anno diciamo che è l’ultimo, ma poi ci ripensiamo”. “È fondamentale che dopo tanta abnegazione l’incasso sia cospicuo (le spese, però, sono elevate per i prodotti di qualità), ma c’è anche la vanità di vedere la gente che mangia soddisfatta”, osserva la presidente. “Il lavoro in cucina (30-35 persone) è davvero complesso, ma chi lo gestisce è molto allenato e dotato di un grande self control”. E  non solo pici, il menu  prevede secondi piatti e dolci. Il tutto sapientemente installato e  coordinato nella piazza del paese, perché “è come stare in un salotto all’aperto e anche la cornice ha la sua importanza”, conclude Gori. Fonti. Corriere di Siena – Mariella Baccheschi]]>

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