Asti. La città ed il Palio: cenni storici

La città di Asti ed il suo Palio Riprendiamo dal libretto informativo ufficiale, alcune parti relative alla bella Festa della cittadina piemontese.

Asti e la sua storia

Fondata dai Liguri su una altura («Ast» in ligure signifi cherebbe terra rialzata), la romana Hasta Pompeia è segnalata da Plinio fra le colonie romane di maggiore importanza dell’antica Liguria. Presumibilmente nell’89 a.C. fu riconosciuta colonia romana, per effetto della Lex Pompeia che diede lo Ius Latii e la Latinitas alla Transpada nia. Da allora essa accrebbe sempre più la sua impor tanza economica e, nel 568, ebbe inizio il suo periodo di maggior fl oridezza, quale sede di un importante Du cato longobardo e diuna primaria Corte di Giustizia. Asti_mappaCostituita in Contea sotto i Franchi, go vernata in seguito dall’autorità dei vescovi, la città si affermò vigorosamente verso la fi ne del sec. XI diventando, in breve, il più importante libero comune del Piemonte. Nel sec. XII divenne uno dei più ricchi e potenti comuni d’Italia, ebbe diritto di battere moneta e diede vita ad una fi tta serie di rapporti commerciali con la Francia, le Fiandre e l’Inghilterra. Conservò la forma repubblicana fi no al 1313 quando passò agli Angioini, poi ai Visconti ed infi ne ai Savoia (1575). Nei secoli XVII e XVIII durante le guerre di successione di Spagna ed Austria per il possesso del Monferrato, fu ripetutamente invasa ed occupata. In epoca napoleonica Asti divenne capoluogo del Dipartimento del Tanaro per tornare defi nitivamente ai Savoia dopo la Restaurazione. Dopo l’Unità d’Italia i destini della cit tà seguirono quelli della neonata nazione, confondendosi con la storia d’Italia. Carat terizzata sin dal XIII secolo da una econo mia vivace, ricca di traffi ci e di commerci, spesso divisa dalle faide di nobili quanto animose casate, concupita da Signorie straniere per la ric chezza delle sue contrade e per la posizione strategica, «Asti Repub blicana» conserva una gradevole atmosfera medievale. Le torri e le caseforti, testimo nianza di un passato nobile e pre stigioso, si inseriscono nel tessuto urbano con fi erezza, armonizzan do gradevolmente con le lunghe teorie di portici ottocenteschi, con le piazzette del centro storico e con il carattere schivo, ma ospitale, della gente astigiana

Asti oggi

È una città ospitale, a misura d’uomo, né troppo grande né troppo piccola; una città in cui è piacevole fare due passi in centro alla scoperta di torri, palazzi e botteghe, inserite in un contesto urbano medievale. Abitanti: astigiani, astesi Popolazione: 76.773 abitanti (al 31/12/2014) Superficie territorio: Ha 15.182 Perimetro Territorio: Km. 103.5 Latitudine: 44° 54’ Nord Longitudine: 8° 12’ Est Altitudine: 123 m. s.l.m. Patrono: San Secondo (si festeggia il 1° martedì di maggio) Asti_foto_aerea_piazza

Il Palio

Secondo il cronista Ogerio Alfi eri, antenato del più noto Conte Vittorio, la città di Asti, «…nell’anno del Signore 1280 era colma di ricchezze, chiusa da solide e recenti mura e costituita quasi interamente da molti edifici, torri, palazzi e case da poco costruite». Nella descrizione, precisa e puntuale, Ogerio cita le buone qualità dei cittadini astesi giudicandoli «…assennati e nobili, ricchi e potenti» e dice che «in caso di necessità la città può contare su seicento cavalieri dotati di due cavalli…» mentre «il contado può fornire centosessanta cavalieri dotati di un cavallo o di una cavalla…». In quegli anni gli astigiani davano vita alla corsa del Palio: infatti la prima notizia certa della corsa risale al 1275 anno in cui, secondo Guglielmo Ventura, speziale di professione e cronista per diletto, gli astigiani corsero il Palio, per dileggio, sotto le mura della nemica città di Alba, portando danni e devastazioni alle vigne. Oggi la città conserva un tessuto urbano testimonianza dei fasti di un tempo; le torri e le caseforti, i palazzi medievali e le caratteristiche vie del centro storico fanno da scenario alla affascinante rievocazione storica del Palio.Sono ventuno i contendenti che nei giorni della vigilia hanno vigorosamente tentato di propiziare la vittoria con cene pantagrueliche, riti scaramantici, burle salaci nei confronti dei borghi avversari, sino all’ultimo intenso confronto in campo, preceduto dal sontuoso corteo, composto da oltre milleduecento figuranti in costume medievale. Dopo molto impegno, tanta passione e altrettanti affanni uno soltanto potrà stringere tra le mani il drappo cremisino con le insegne della città e l’immagine del Santo Patrono. Per tutti la grande Festa incomincia già il fi ne settimana precedente con il Palio degli sbandieratori, il variopinto mercatino, la sfilata dei bambini, le prove in pista per saggiare le forze in campo, in un crescendo da cardiopalma. Ma per capire il Palio è necessario esserci, calarsi nella Festa, magari seguendo direttamente le vicende di uno dei ventuno partecipanti: dagli sguardi dei borghigiani, che hanno lavorato un anno intero, si capirà davvero che cosa significa la passione viscerale, l’attaccamento fortissimo ai colori, l’irrefrenabile voglia di vincere, l’incontenibile gioia della vittoria, l’amarezza della sconfitta.

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La Pista

Nella centralissima Piazza Alfieri, cuore della città, a settembre, si allestiscono, in una sola settimana, la pista per la corsa, le tribune per il pubblico e le scuderie che ospiteranno i purosangue. La piazza si trasforma: un gruppo di esperti, coordinati da un geologo, verifi ca l’esatta miscela di sabbie astiane del pliocene superiore, così che l’impasto non sia troppo cedevole o, al contrario, troppo consistente. La pista infatti dovrà «tenere» per tre giri di corsa, sia in caso di pioggia imprevista, sia in caso di tempo asciutto, perché i cavalli, in curva come in rettilineo, possano esprimere il massimo in sicurezza. Proprio per questo il tracciato è stato lungamente studiato da una commissione di tecnici: le curve sono state calibrate in modo da consentire la massima sicurezza in corsa e sono protette da robusti «materassi». Dal 2011 la pista è recintata da un segnapista appositamente studiato, foggiato a “collo d’oca” in materiale plastico che contiene ma non contrasta gli urti. Questo ritrovato, unico in Italia, sulle piste per i Palii completa le tutele di carattere tecnico adottate negli anni. La partenza si dà «al canapo»: viene tesa una grossa corda – immaginate la gomena di una nave – lunga circa 15 metri e pesante quasi un quintale, che, con un sistema di argano elettromeccanico, attraversa la pista da un punto all’altro della linea di partenza. Il mossiere, piazzato su un podio, chiamerà i diversi partecipanti alla batteria e quando giudicherà regolamentare l’allineamento, farà cadere il canapo. A quel punto per i 450 metri di pista e per i tre giri di corsa, sarà tutto in mano all’abilità dei fantini e allo sprint dei cavalli. Per allestire la pista servono circa settecento metri cubi di sabbie astiane. Anticamente si correva “alla lunga “, cioè lungo le strade sterrate che da Viale Pilone, all’estremo est della città, arrivavano, attraverso Via Maestra, fi no al cuore di Asti: di fronte a Palazzo Mazzetti di Frinco, infatti, era stabilito l’arrivo. Poi, nel 1861, fu realizzata la nuova Piazza del Mercato e la Giunta comunale decise che in quel nuovo sito si doveva tenere la corsa. In quegli anni la corsa perde la caratteristica di nobile tenzone e diventa una competizione ippica senza alcun richiamo al Palio. Dopo alterne vicende nel 1929 il Palio ritorna ad essere un appuntamento importante per la città. Questa volta si corre in Corso Dante, ma nel ‘30 si ritorna a scegliere l’ampia Piazza del Mercato e il Palio viene corso “in tondo”, come oggi.

Asti_Piazza_campo_del_palio  Dal 1967 al 1987, infatti, la corsa ha luogo in Campo del Palio – la “vecchia” Piazza del Mercato – e nel 1988 approda in centro città, in Piazza Alfi eri. Dal 2009, Asti ha applicato la normativa dettata dall’Ordinanza dell’allora Sottosegretario alla Salute On.le Francesca Martini, in materia di corse. Al fi ne di normare le varie fasi della corsa, sin dai tempi più antichi, è stato stilato un regolamento, in parte ancora utilizzato ed adattato alle esigenze attuali. Tra le varie prescrizioni, sono state recentemente inserite, alcune nuove norme che tendono a scoraggiare comportamenti scorretti o pericolosi tra i canapi o in corsa.

Le Visite

Il Palio di Asti è dotato anche di un Regolamento Veterinario nel quale si stabiliscono, tra l’altro, tutte le norme che riguardano i purosangue che partecipano alla corsa,incluse le visite. I cavalli, presentati dai Comitati, devono sottoporsi ad una minuziosa visita di idoneità che attesti lo stato di salute del soggetto e che ne valuti l’idoneità morfologica, attitudinale e sportiva. Le severe visite vengono effettuate da una Commissione Veterinaria voluta dal Comune in collaborazione con l’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Asti, composta da una equipe di Professori Universitari, esperti in ippiatria. Inoltre un’equipe di Medici Veterinari dell’Asl, accerta il benessere animale, garantisce un solerte servizio di farmacosorveglianza, identifi ca i soggetti ed effettua i prelievi di campioni biologici. Per ogni soggetto identifi cato e visitato si apre una cartella clinica, dal cui esito dipenderà la partecipazione o meno del cavallo alla corsa.Visita_cavallo

La Commissione Veterinaria seguirà i cavalli anche in pista e se alla visita che precede la fi nale qualcuno di essi manifestasse segni di sofferenza tali da non renderlo idoneo alla competizione fi nale, la Commissione ha facoltà di ordinarne il ritiro, con giudizio inappellabile. In pista inoltre opera la Commissione Zooiatrica composta da Medici veterinari che effettuano il servizio di pronto soccorso, qualora si rendesse necessario. Per il sito delle visite si è preferito scegliere un Centro Ippico particolare: si tratta del Centro C.A. di R.E.S. di Asti gestito dall’Associazione omonima che non persegue fini di lucro. Il Centro si occupa della riabilitazione e dell’integrazione dei soggetti diversamente abili che presentino difficoltà sul piano psichico, motorio, cognitivo, sensoriale, comportamentale, relazionale, attraverso interventi individuali o di gruppo nei quali viene utilizzato il cavallo, come strumento terapeutico. Le attività del Centro, dedicate a ragazzi e adulti diversamente abili, ma anche ai normodotati, riguardano la riabilitazione equestre, l’equitazione ludico-sportiva e il volteggio integrato.

Scarica il depliant completo cliccando qui o sull’immagine Palio_Asti_2015_00

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