Abbadia San Salvatore. Referendum abrogativo della Legge Regionale di riassetto del servizio sanitario

Amiatanews (Fabrizio Pinzuti): Abbadia S. Salvatore 24/09/2015 Iniziativa referendaria promossa da Abbadia Futura e Rifondazione Comunista

Gruppi consiliari all’opposizione particolarmente attivi in questo periodo per la raccolta di firme per il referendum abrogativo della legge regionale 28/2015. Rappresentanti di Abbadia Futura e di Rifondazione Comunista stazionano nella centrale via Roma portando a conoscenza i motivi della proposta di referendum.

La legge in questione ha riordinato a marzo scorso l’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale.  Dal 1 luglio non più 12 ASL ma 3, una per “area vasta” (Toscana centro, nord-ovest e sud-est) guidate oggi da commissari e vice-commissari di nomina politica, domani da direttori con un enorme potere decisionale. Desta particolare preoccupazione tra i promotori del referendum la figura del Direttore Della programmazione, diretta emanazione del presidente della giunta regionale, posto al si sopra delle aziende sanitarie, “in possesso del portafoglio e dispensatore delle risorse”. Questa figura secondo il CREST (Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana) “risponderà al presidente della regione, non ai sindaci e ai cittadini”, con il pericolo che questa centralizzazione dei poteri decisionali nella programmazione sanitaria e socio-sanitaria non metta più al centro i bisogni del cittadino. “Quale peso avranno i bisogni sanitari e sociali di coloro che vivono nelle zone più periferiche delle aree vaste? Chi ascolterà i cittadini e i sindaci dei piccoli/medi comuni”, si chiedono.

Tra i motivi della proposta di abrogazione non solo il fatto che la sanità pubblica “sarà stretta nelle mani pochi” e ci sarà un allontanamento delle sedi decisionali, con un ulteriore perdita di potere dei sindaci e dei comuni, ma anche il fatto che tutti i provvedimenti adottati vanno nel senso di “un processo di privatizzazione della sanità pubblica già in atto. La Regione Toscana ha accettato i recenti tagli alla sanità da 250/350 milioni di euro imposti dal governo senza protestare, approvando in risposta la legge 28/2015 che non farà che peggiorare i servizi”. E non si tratta di un futuro lontano, secondo il comitato: “I vice-commissari nei prossimi mesi dovranno individuare personale in eccedenza che sarà mandato in pensione senza essere sostituito. Si tratta di 1500/2000 operatori sanitari in meno. Ci dicono che questo non influirà sui servizi ma già i pronto soccorso o l’attività chirurgica programmata faticano a rispondere efficacemente proprio per carenza di personale”. Già ora la situazione sembra loro preoccupante. ”In Toscana già da alcuni anni non c’è più equità di accesso ai servizi ed uniformità nei livelli di assistenza. I tagli e le riorganizzazioni non hanno fatto che accentrare i servizi nei capoluoghi, assaliti ed incapaci di far fronte alle crescenti richieste, svuotando gli ospedali periferici e i piccoli ospedali che presidiavano le zone disagiate”.

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