Abbadia San Salvatore. "Fratello lupo", animale temuto e incompreso

“Lupo Appenninico” e “Lupo fantastico”, i due bellissimi volumi dedicati alla figura di un animale ospite da tempo dell’Amiata, presentati nella cornice naturalistica dell’orto botanico di Fonte Magria  C’è una bella frase, in fondo di copertina, del primo dei due volumi, “Lupo Appenninico” e “Lupo fantastico”, scritti una da Niso Cini e Cesare Moroni, e l’altro da Urania Vannuccini e Cesare Moroni, presentati ufficialmente domenica sera 2 Ottobre, nell’incantevole scenario di “Fonte Magria” La frase dice così: “Il lupo sarà sempre cattivo se ascoltiamo solo Cappuccetto Rosso..”. Sull’animale predatore, ormai ospite delle nostre terre da alcuni, si è molto discusso durante la presentazione dinanzi un parterre di persone altamente qualificate, con ospiti di importante personalità. Le due pubblicazioni che Cesare Moroni, fotografo ed editore Amiatino, con grande passione e cuore per l’Amiata e le sue ricchezze naturalistiche, paesaggistiche e animalistiche, ha certamente dato il meglio di se nella realizzazione di questi due volumi, belli anche graficamente, arricchiti da immagini stupende. A fare gli onori di casa, per Cesare Moroni, Niso Cini, Urania Vannuccini, il Presidente della Giunta Regionale Toscana, Eugenio Giani, il professor Franco Tassi, già Direttore del Parco naturalistico dell’Abruzzo, Pierandrea Vanni, giornalista della nazione di Firenze ed ex sindaco di Sorano di cui è attualmente Assessore. Durante la presentazione, si è parlato di questa ormai difficile convivenza, tra il lupo appenninico e l’uomo, anche nella nostra terra amiatina. Si è voluto sfatare uno stereotipo, che vede negativamente la presenza di questi animali nella nostra Montagna, dove, purtroppo, ibridi cani selvatici ed altri animali, sconvolgono la quiete di greggi, ovili, mettendo in ginocchio attività agropastorali, scatenando reazioni e prese di posizione non sempre veritiere. libri_lupo_fantastico_appenninico Il lavoro degli autori, cerca di recuperare questo antico e “misterioso” rapporto tra il lupo e l’uomo. E, se gli scatti di Moroni possono essere considerati vere opere d’arte di un ventennio di lavoro, assieme all’amico Cini (già Presidente dell’area  naturalistica del Monte Labbro), realizzati oltre che con grande professionalità anche con immenso sacrificio, (basti pensare ai continui spostamenti dell’animale), non sono da considerare da meno, le riflessioni riportate a corredo, che vanno a formare un prezioso diario, espressioni del sogno, sempre presente, di realizzare un parco naturalistico, dove la connivenza tra l’uomo e l’animale, possa essere pacifica e inizio di una realtà positiva nella biodiversità dell’ambiente, veicolo di incremento turistico e di attività correlate. Del lupo, l’uomo può ammirarne la fierezza, il carattere deciso e costante rispetto ad altri altri animali; un carattere che lo porta ad essere se stesso, in qualsiasi occasione o situazione si trovi. Sulla figura del lupo, accanto a leggende non propriamente generose nei suoi confronti, sono fiorite anche altre ben note e significative. Tra queste, la leggenda di Romolo e Remo, allattate dalla “Lupa”; il lupo di Gubbio, che diviene mansueto ascoltando le parole buone di Frate Francesco D’Assisi. Vogliamo concludere, citando ancora le parole di Cesare Moroni in proposito: “Oggi, l’essere umano, a differenza del lupo che preda per fame,  preda per puro piacere e non per necessità. Provate a pensare: se il lupo attacca l’uomo, il lupo è cattivo; se l’uomo attacca il lupo, l’uomo è buono. Questo non significa essere animalisti, bensì, significa saper usare l’obbiettività sull’uomo che si fa giudice del controllo della natura. Niente può essere un male, scriveva Marco Aurelio, quand’è secondo natura.”  ]]>

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