Un pubblico numeroso e attento ha preso parte alla inaugurazione dell’Orto Botanico di Fonte Magrìa. La montagna dell’Amiata si dota di una struttura per lo studio e la salvaguardia della biodiversità Parecchie persone, appassionate e amiche della montagna, si sono date appuntamento la mattina del 20 giugno, in località Fonte Magrìa, per partecipare alla inaugurazione dell’Orto Botanico, il primo e unico in territorio amiatino, voluto dalla famiglia Pacini, proprietaria del fondo, e realizzato grazie alla collaborazione scientifica e materiale del professor Augusto De Bellis e al patrocinio dell’Associazione “La pera Picciòla”. Il presidente di questa ultima, Aurelio Visconti, ha tenuto a sottolineare come il progetto sia stato interamente finanziato dai proprietari della struttura, anche a testimonianza di quanto Giorgio, Verena e Antonio Pacini siano disposti a credere in quel loro “sogno”. Antonio, che è un giovane di 26 anni, ha spiegato come la finalità dell’Orto Botanico risponda a più esigenze. La prima, quella di raccogliere in una area ristretta le specie (le piante inserite al momento sono 200), che corrono il maggiore rischio di estinzione, per essere eventualmente reintegrate nel proprio habitat. La seconda, quella di offrire una possibilità di studio e di ricerca scientifica, con particolare attenzione alla didattica e alla educazione ambientale di alunni di ogni ordine e grado, ma non solo. La terza, quella di dar vita a un progetto culturale più vasto, volto anche a raccogliere le tradizioni e i saperi del passato, che corrono il rischio di andare perduti. “È un piccolo passo il nostro”, ha concluso, “verso il potenziale non ancora espresso di questa montagna, la grande anima del territorio”. De Bellis ha invece esordito, ricordando la scelta del giorno del solstizio d’estate (21 giugno) per la inaugurazione dell’Orto. Ha quindi narrato come è nata l’idea di impiantare proprio un Orto Botanico qui, nel comune di Abbadia San Salvatore. Lui e altri due studiosi amiatini – Gianfranco Nanni e Giorgio Bonelli – hanno cominciato a svolgere una indagine capillare sulla flora dell’Amiata e con immenso stupore hanno constatato l’esistenza di molte specie (1400 piante spontanee censite, tra cui ben 45 orchidee spontanee), anche rare, endemismi e inedite. Come mettere allora a conoscenza di tutti i risultati entusiasmanti di tale ricerca? Perché non collocare gli esemplari più significativi in un ambiente dove poterli osservare tutto l’anno? E da qui la collaborazione con Fonte Magrìa. Fabio Pinzi, docente di Permacultura, ha elogiato il progetto che parte dal basso, dalla passione, dalla determinazione di chi ricerca anche la possibilità di riprodurre cibo. L’Orto Botanico amiatino si trova a circa due chilometri da Abbadia San Salvatore, a una altitudine di 1000 metri slm, e si estende per circa due ettari. Ospita sia le specie comuni, sia le rare e le endemiche, come la Viola etrusca, il Crocus etrusco, la Santolina etrusca, il Cerastium arvense. Vi si trovano endemismi sardo-corsi (Oenanthe crocata) e sardi (Thymus herba-barona), nonché i preziosi relitti glaciali (Lonicera coerulea e Veronica spicata). Nell’Orto domina, infine, la Felce reale (Osmunda regalis), una delle più belle e rare felci spontanee, rinvenuta nel terreno di Fonte Magrìa a una quota di circa 1100 metri, mentre normalmente la pianta vegeta a una quota massima di 500 metri slm. Fonti. Corriere di Siena – Mariella Baccheschi Foto: Mariella Baccheschi]]>
Abbadia S. Salvatore. Inaugurato l'Orto Botanico di Fonte Magrìa
- Autore dell'articolo:Marco Conti
- Articolo pubblicato:24/06/2015
- Categoria dell'articolo:Abbadia San Salvatore / Amiata SI
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