Redazione. Figli e regole.

Rubrica “Altro punto di vista”: Le regole per i bambini, sono un fattore educativo. Come fare quando un bambino di 8 anni, non ascolta, non vuole lavarsi, vuole dormire ancora nel letto con i genitori e non gioca.. Cosa dobbiamo fare? E’ importante cominciare a mettere le regole da quando il bambino è piccolo, a dare alcune semplici norme che riguardano l’organizzazione della sua vita . Tali regole riguardano il mangiare, il sonno, la cura del corpo e le principali norme di educazione sociale dello stare insieme agli altri. Il bambino deve capire e “piano piano” diventargli chiaro che sono mamma e papà che stabiliscono le regole da seguire e deve imparare a dare loro ascolto. Se questo lavoro educativo non viene fatto fin dalla prima infanzia, ci si può ritrovare letteralmente “schiavi” di un bambino che decide a suo piacimento quando e dove dormire, cosa mangiare, se lavarsi o no, se andare alle feste etc… il tutto condito da capricci infiniti se si cerca di convincerlo a cambiare atteggiamento. Per cambiare la situazione bisogna introdurre alcuni punti fermi. I genitori devono discutere un piano di regole (condivise) da introdurre nella vita del figlio. E’ possibile cominciare con poche regole e rimanete fermi e uniti nelle decisioni. Bisogna sempre spiegare il perché delle regole ai bambini in modo che loro capiscano che è per il loro bene e non per punirli. Ad esempio se è stato deciso che alle dieci il bambino deve andare a letto in camera sua, gli comunichiamo la regola che abbiamo introdotto e quando sono le dieci lo portiamo nella sua camera cercando di addormentarlo, magari aiutandoci con una storia o con un gioco rilassante, e questo al fine di creare anche un rituale del sonno. Il momento del sonno può diventare un momento di dolcezza tra la mamma/babbo e il bambino, un occasione della giornata per stare un po’ insieme prima di dormire. E’ molto probabile che il bambino all’inizio non prenda bene l’introduzione della nuova regola e cominci a fare i capricci. Se così fosse non dobbiamo rinunciare alla decisione presa. Perché dobbiamo sempre ricordarci che i figli ci mettono alla prova per valutare la nostra resistenza alle loro richieste e se imparano che al decimo minuto di pianto noi cediamo loro piangeranno fino all’ undicesimo per essere sicuri della “disfatta” del genitore. I bambini di fronte alle regole a volte fanno i capricci questo è un modo di comunicare sbagliato, perché non spiega cosa ha e cosa desidera ma urla e piange solamente allo scopo di ottenere ciò che vuole. Per spezzare questo meccanismo bisogna insegnare al bambino a comunicare parlando, facendogli capire che se fa i capricci non gli si darà attenzione e non otterrà quello che vuole. E’ importante non cedere quando il bambino cerca di ottenere qualcosa attraverso il pianto o attraverso le reazioni di rabbia, altrimenti si rinforza il comportamento sbagliato e la convinzione che portando mamma e papà allo sfinimento si ottiene ciò che si vuole. Quando il bambino piange perché vuole qualcosa che non gli si può concedere bisogna sempre cercare di tranquillizzarlo traducendo a parole quello che lui sta esprimendo con il pianto, ma senza cedere. Quindi per riuscire a superare capricci e pianti occorre: decidere insieme le regole, essere uniti nella loro applicazione, comunicarle e spiegare il perché delle regole e infine farsi rispettare non cedendo ai capricci. Non è un percorso semplice soprattutto dopo una giornata di lavoro ma in questo modo avremo dei bambini capaci di dire ciò che non piace e ciò che piace e che saranno rispettosi delle scelte del genitore.


[caption id="attachment_5182" align="alignleft" width="81"]La dottoressa Elena Lorenzini Elena Lorenzini[/caption] Psicologa – Elena Lorenzini – 329. 0117588 – elena.lorenzini@alice.it]]>

Lascia un commento