A mio dire. A Piancastagnaio, l'estate sta finendo; anzi, è finita…

Amiatanews (G. Serafini): Piancastagnaio 23/09/2015 Amarcord delle estati a Piancastagnaio. “L’estate sta finendo… e un anno se ne va…”. Ve lo ricordate il celebre tormentone dei Righeira, che fece ballare giovani e giovanissimi sulle nostre spiagge nella lontana estate del 1985?

Oggi 23 settembre 2015, inizio di un nuovo autunno, l’estate è veramente finita, e, di lei, a Piancastagnaio, cosa rimane? A parte il ritorno di un gran caldo di origine africana, il resto, mi è sembrato la ennesima continuazione di altre estati di questo nuovo millennio, con programmi culturali ricreativi, annunciati da lucide brochure, molto frutto del generoso volontariato di contrade e associazioni locali. Questa volta, mi piacerebbe parlare, anzi ricordare, le estati pianesi degli anni passati. Era l’estate che arrivava; te ne accorgevi col suono dell’ultima campanella della Scuola Mazzi e la pagella ritirata qualche giorno dopo. Un’estate che durava ininterrottamente fino al primo giorno di Ottobre, quando ritornavi a scuola, mano nella mano del babbo o della mamma, con il tuo grembiulino nero e il fiocco, unica volta che lo vedevi così, in ordine e composto. E poi c’era l’estate dei “villeggianti” che arrivavano da Roma, da Firenze e da altre città, che affollavano i tanti alberghi del nostro paese: La Veranda, Il Toscana, l’Hotel del Bosco, il Ragno d’Oro, la Pensione Anna, e, in seguito Il Capriolo e la Pensione Sani. Era l’estate in cui, si affittavano le camere per “i signori”, andando a vivere, in quei giorni, in garage e taverne.

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E poi, era l’estate dei giovani “vitelloni” pianesi, nulla facenti, che andavano alla “Madonnella” a vedere arrivare l’ultimo pullman, il postale, correndo fino alla Piazza Castello per essere i primi a portare le valigie per giusto per “beccare” qualche mancia. E poi c’era l’estate del Pirata, ossia di Angiolino Sinibaldi, che si trasferiva per tre mesi alla Liccia con il suo mitico bar. E c’era il Campo di Fiera, con il suo juke box, i tanti ragazzi che fumavano e cercavano le cinquanta e le cento lire per mettere il disco che impazzava in quell’estate. E c’era l’estate di Moretto, che guidava un bellissimo trenino rosso e blu, gioia dei bambini, sulle rotaie che attraversavano il parco del Campo di Fiera.

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E poi venne l’estate delle grandi squadre, allenate da Lauro Toneatto, il Cagliari di Gigi Riva, in ritiro dopo la vittoria del campionato. E poi il Foggia, il Bari e, dopo, con la realizzazione dell’impianto d’ illuminazione dello stadio, i tornei aziendali in notturna, che dividevano il paese, con un tifo “pre-contradaiolo”. E ancora, le partite di pallavolo nel campetto della Pinetina, celebri quelle tra esponenti della federazione giovanile comunista Pianese e la rappresentanza della sezione giovanile democristiana. Ed era l’estate dei grandi dibattiti; celebri quelli che vedevano contrapposti, grandi intellettuali amiatini, che si spostavano da un paese all’altro dell’Amiata a cercare di dare risposte a contrapposizioni impossibili per quei tempi. Ricordiamo i grandi dibattiti tra il Padre Ernesto Balducci di Santa Fiora e lo storico filosofo marxista Lucio Lombardo Radice in vacanza sull’Amiata. E poi c’era l’estate dei ragazzetti, con le classiche guerre con fionde, balestre ed archi che si facevano tra le Contrade del paese, coinvolgendo quasi sempre loro, i romani, figli dei turisti in ferie, che finivano sempre come prigionieri di guerra. Era l’estate in cui, si strozzava il boccone, per essere fuori ad un fischio degli amici. E non c’era orario di ritorno. E dopo cena, miglior gioco non c’era che quello di andare in qualche orto a cogliere di nascosto ciliegie, frutta e quel che capitava. “Rubare”, per poi provare l’ebbrezza di essere inseguiti dal padrone che ti aveva scoperto. E poi, la magia del circo che metteva le sue tende in paese, promettendo magiche esibizioni. E noi, che eternamente, si provava ad entrare, a spettacolo iniziato, abusivamente dalle feritoie del tendone. Una speranza, che finiva sempre con il classico calcio nel sedere dei guardiani che ti avevano, ovviamente, scoperto.

Nostalgia? Malinconia per un tempo che fu? Beh, solo un ricordo di belle stagioni, in cui forse, non avevamo opportunità di lavoro come adesso, ma, periodi dove turismo, accoglienza, immagine di una terra, l’Amiata, era veramente una sentita e voluta priorità.

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